Nella penisola del Sinis si trovano spiagge bellissime e natura incontaminata lontano dal turismo di massa. Poco più giù le dune di Piscinas meritano una visita per perdersi nella loro immensa distesa di sabbia.
Dopo tanti anni passati a pensare quanto sarebbe stato bello scendere da Alghero verso Oristano per vedere le dune di Piscinas, sono finalmente salita in macchina e ho guidato per poco meno di due ore: ho seguito le scogliere fino a Bosa, ho ripiegato verso l’interno e sono arrivata nella zona di Cabras, nella penisola del Sinis, dopo meno di due ore di viaggio. La località di Riola Sardo è una buona base per visitare la zona.
Per dormire qui, in una singola, in un ottimo B&B Rita & Renzo, ho speso 40€ a notte, nella settimana dopo ferragosto. Certo il B&B non è vicino al mare, ma comunque in questa zona la costa ha poche zone abitate, per cui è difficile trovare un alloggio proprio sul mare.
Aspetto molto positivo è la scarsità di turisti: ci sono persone del luogo in vacanze e qualche inglese o francese. Non è una zona molto battuta dagli italiani, motivo per cui i prezzi sono molto più accessibili che nella costa nord e anche in questo periodo ci si può godere un po’ di tranquillità.
Il mio viaggio itinerante mi porta verso le spiagge della penisola del Sinis, a partire da Is Arutas. Spiaggia dai colori particolari per via della sabbia fatta di piccoli sassolini bianchi, che è vietato portare via. Purtroppo in questa giornata c’è un po’ si gente e il mare mosso, per cui non riesco ad apprezzare appieno i colori turchesi del mare. Dopo pranzo è in arrivo un temporale, la spiaggia si svuota, la strada si riempie di auto. E adesso che fare? In Sardegna che si fa quando piove?
Programmo una corsetta sotto la pioggia, una doccia, una merenda e poi via a visitare l’area archeologica di Tharros. L’area si trova a ridosso del mare. Inizialmente nuragica, poi Fenicia, poi Romana. Insomma, la bellezza della zona ha fatto gola a diverse popolazioni in ere diverse ed a ragione, perché il panorama da qui e il tramonto lasciano senza parole. Inutile dire che purtroppo l’area è trascurata e un po’ dismessa, il percorso e le descrizioni lasciano a desiderare. Dalla vicina torre spagnola si ammira il panorama sull’altro versante. Qualche ora nel tardo pomeriggio estivo si può trascorrere piacevolmente qui.
Un altro viaggetto in macchina di un paio d’ore mi porta alle dune di Piscinas. Inavvertitamente passo anche per un paesino patria del latte e formaggio sardo, Arborea… e la presenza di mucche si avverte per tutto il paese. Come faranno a vivere lì?
Comunque dopo un caffè preso in mezzo al nulla, arrivo finalmente alle dune, o meglio in prossimità. Parcheggio perché c’è un passaggio su un fiumiciattolo che un cartello sconsiglia di fare, e vorrei proseguire a piedi. Ma quando mi rendo conto che il percorso, sotto il sole di mezzogiorno, è lungo per arrivare alle dune, non sarà un fiumiciattolo a fermare la mia macchina (sempre che non piova nel frattempo) e lo attraverso. Meno male perché a piedi sarebbe stato molto faticoso. E finalmente sì, sono alle dune. Parcheggio nuovamente e parcheggio il mio asciugamano dove ci sono pochissime persone.
Il sole picchia, è ora di pranzo, e io sono senza uno straccio di ombrellone. Sarebbe il caso di fare un bagno, ma ci sono delle onde giganti che mi scoraggiano da entrare. Anzi alla fine prendo coraggio, sbaglio i tempi di ingresso, e un’onda mi butta sott’acqua e mi sbalza fuori. Ne sono uscita quasi senza costume. Sarà forse il caso di bagnarmi solo un po’.
Le dune devo dire me le aspettavo un po’ diverse, credevo di trovare delle enormi colline di sabbia che invece non ci sono, ma il paesaggio di sabbia colpisce comunque. Qui c’è anche la zona naturista, non so se segnalata, ma io ad un certo punto mi ci trovo in mezzo.
E come da copione, dopo pranzo diluvia. Peccato perché in zona ci sono due miniere abbandonate, di cui una visitabile. Riesco a fare solo qualche foto alla prima che incontro e poi fuggo via.
Sulla penisola del Sinis scopro poi altre due fantastiche spiagge, la piccola spiaggia di Seu, delimitata da colonne di alghe che creano delle mini calette. Sono arrivata qui di prima mattina ed ero sola, tutta la spiaggia per me, per un’ora. Dopo un bagno e una lettura, mi addentro nella macchia mediterranea alla ricerca di un’altra bella spiaggia, la spiagga di Caogheddas. Bellissima. Anche qui sabbia fatta di sassolini bianchi, mare stupendo e quasi nessuno per centinaia di metri. Più affollata è la vicina e più nota spiaggia di Maimoni, che merita anche lei un bagnetto. Per arrivare a queste spiagge il percorso a piedi non è sempre comodo, ma comunque molto semplice.
Una delle mie serate qui, l’ho trascorsa ad Oristano, che brulicava di gente perchè era la serata di apertura dei negozi ed il centro era dedicato ai pedoni. Centro storico piccolino, vale una piccola passeggiata, specie se serale.
Consiglio di spingersi in questa zona se ci si trova in Sardegna. Sconosciuta a molti e nascosta al turismo di massa, che si concentra nel nord della Sardegna, qui il paesaggio è molto selvaggio, la costa poco costruita, angoli di mare che sono deserti anche ad agosto e ci sono alcune attività extra marine come la visita alle miniere abbandonate, l’area archeologica di Tharros, l’isola Mal di ventre. E se passate da queste parti si deve fare il pieno di bottarga, io non mangio pesce ma mi dicono sia buonissima, e assaggiate la vinaccia prodotta in zona, che non sono riuscita a degustare… quindi poi qualcuno mi dirà com’è.